Questa emozione no - 12 di 16
Quante volte abbiamo un'emozione che ci fa stare male, ma di cui non riusciamo a liberarci: l'odio per una persona, o il desiderio per un'altra. C'è un'acronimo che esprime la successione delle operazioni che la pratica Buddhista suggerisce per questi problemi, si chiama RAIN. Le fasi sono queste: R come Riconoscere (non pensare troppo alla situazione che ha causato l'emozione, osservare invece l'emozione), A come Accettare (osservarla senza giudicare, senza sensi di colpa), I come Investigare (notare il sentimento ma anche le conseguenze fisiche, come il sangue alle tempie o la rigidità del collo), N come Non Identificarsi (emozioni e pensieri sono come le altre funzioni del nostro corpo, come digestione e respirazione, non definiscono la nostra persona).
Ci sono poi gli antidoti per specifiche emozioni spiacevoli. Gli antidoti sono dei metodi per contrastare un'emozione disturbante spingendoci verso la direzione opposta. Quando si è in crisi per un forte desiderio per una ragazza, un ragazzo o un bene di lusso, ci possiamo calmare visualizzando l'immagine di uno scheletro, o richiamando alla mente le parti più sporche e ripugnanti del corpo umano. Non si tratta di autoingannarsi, ma di pensare cose reali anzichè quelle distorte dal desiderio. Sono una evidente dimostrazione che il luogo comune secondo cui la meditazione è una attività da eseguire su un cuscino in una stanza silenziosa è fuorviante, si può meditare mentre camminiamo, ci laviamo i denti, guidiamo...
Quando invece siamo arrabbiati con qualcuno l'antidoto è ovvio, bisogna meditare sulla compassione. Rivivere ad esempio il ricordo di persone o animali a cui eravamo particolarmente affezionati nella nostra infanzia. Oppure ripensare ad un episodio della nostra vita in cui siamo stati generosi con qualcuno, in modo completamente disinteressato. Per questo si consiglia di costruirsi una specie di cassetta per gli attrezzi, ossia un insieme di meditazioni a cui ricorrere di volta in volta. Imparare dalle emozioni indesiderate è quello che i maestri chiamano fare della vita il sentiero, imparare dalle difficoltà, allearsi con quelli che sembrano i nemici.
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